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Scandalo protesi Pip: studio di un piano d’azione in Commissione Europea

protesi-mammarieE’ passato meno di un anno dallo scandalo delle protesi mammarie Pip, che ha portato più di 300.000 donne in Europa a scoprire di aver subito l’impianto di un presidio difettoso. La vicenda ha aperto tantissimi dibattiti etici e normativi nel mondo della chirurgia estetica e non solo, portando alla luce le necessità di controlli serrati sulla provenienza dei materiali e sull’intero processo operatorio.

Lo scorso 20 giugno è stato compiuto un passo davvero importante per la risoluzione definitiva di quella che è stata una vera e propria crisi nel mondo della chirurgia estetica e nel fondamentale rapporto di fiducia tra medico e paziente. I membri del Consiglio EPSO hanno infatti discusso in Commissione Europea sulle misure pratiche da adottare per evitare in futuro situazioni come quella che ha dominato le cronache nel dicembre 2013.

Si parla di controllo qualità a sorpresa negli stabilimenti di produzione, ma anche della messa a punto di un sistema di classificazione del rischio dei dispositivi impiantati. La strada da fare è ancora tanta, ma i passi compiuti in questi mesi non sono stati di poca importanza, dal momento che sono aumentati i controlli congiunti sui certificati emessi.

Il piano d’azione allo studio in Commissione Europea prevede un’intensificazione proprio dei controlli sui processi di produzione e sui certificati, in modo da perfezionare quanto già intrapreso in questi mesi che hanno visto l’inizio di un vero e proprio processo di comunicazione di crisi per il mondo della chirurgia estetica, che ha dovuto affrontare uno scandalo di estrema gravità, dal quale sta uscendo a testa alta.

 

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