Sono numerose le pazienti che, prima di sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva, mi chiedono informazioni sulla durata delle protesi mammarie. La risposta a questa domanda varia sulla base di diversi fattori. Quali sono? Prima di tutto l’età della paziente. Come ho già avuto modo di ricordare, una ventenne che si sottopone a un intervento di aumento del seno avrà più probabilità di ritornare in sala operatoria rispetto a una donna che ha già avuto figli e che nel corso del tempo mantiene il suo peso forma. In generale, quando si parla di durata delle protesi mammarie è bene ricordare che ogni caso fa storia a sé, e che molto dipende dall’esito del primo intervento. Capita infatti che le cicatrici successive alla prima operazione indurendosi procurino fastidio, arrivando – anche se raramente – a influenzare la stabilità dell’impianto. In questi casi è bene contattare tempestivamente il chirurgo estetico e analizzare, tramite esami come la risonanza magnetica, lo stato della protesi.
La prima visita è il momento perfetto per informarsi sulla durata delle protesi mammarie: è in occasione di questo incontro che la paziente ha modo di conoscere il modo in cui il medico lavora e documentarsi sulla qualità delle protesi e sulla possibilità di sceglierle testurizzate per evitare la contrattura capsulare (le protesi di questo tipo sono realizzate con materiali resistenti e garantite a vita).
Un altro punto che mi preme approfondire riguarda il reintegro del volume del seno con il lipofilling, una soluzione che viene utilizzata in alcuni casi quando c’è la necessità di rimuovere le protesi mammarie. Si tratta di una tendenza che sta prendendo piede ma alla quale è giusto approcciarsi con attenzione, dal momento che il tessuto adiposo impiantato ha un attecchimento non sempre facile da prevedere.