Quando ci si rivolge a un chirurgo estetico per sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva è bene ricordare l’importanza della forma delle protesi. A tal proposito spesso mi viene chiesto se sia meglio optare per quelle rotonde o per quelle a goccia, ossia le protesi anatomiche.
Cosa cambia tra le due alternative? La differenza principale è legata al punto di massima proiezione, che nelle protesi rotonde si trova al centro e in quelle anatomiche nella parte bassa.
Prima di tutto bisogna specificare che solo un’attenta valutazione del singolo caso è in grado di fornire una risposta valida su quale sia la scelta più giusta. Durante la prima visita il chirurgo estetico valuta le caratteristiche naturali del seno della paziente, osservando la distanza tra solco mammario e capezzolo.
In caso di protesi mammaria – perdita di tono dei tessuti del seno con conseguente rilassamento – può per esempio essere utile l’impianto di protesi a goccia, scongiurando il rischio di rotazione e contrattura capsulare grazie alla scelta di protesi in poliuretano.
Si tende con frequenza a pensare che all’impianto di protesi rotonde corrisponda un risultato meno naturale: come chirurgo estetico mi sento in dovere di ricordare che le cose non stanno proprio così e che la naturalezza dell’esito finale dipende anche da fattori come lo spessore della pelle della paziente e la grandezza della protesi.
Qual è quindi la scelta migliore? Quella maturata in seguito a un’osservazione approfondita della singola situazione, in modo da optare per una soluzione adatta alla forma del seno della paziente e alla sua conformazione fisica generale.