Nella giornata di ieri ho avuto l’onore di partecipare come relatore al quarto congresso AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), un’ottima occasione di confronto professionale che si concluderà domenica.
Le pazienti 2.0 – Analisi delle esigenze delle pazienti attraverso nuovi strumenti di comunicazione: questo il titolo del mio intervento, durante il quale mi sono soffermato sull’importanza di monitorare le richieste e le esigenze delle pazienti sfruttando le potenzialità offerte dal web 2.0.
L’attività professionale del chirurgo estetico è in continuo cambiamento e, oggi più che mai, è basilare concentrarsi sulla qualità dell’interazione con i pazienti. Per quale motivo? Perché in pochissimo tempo è mutato radicalmente l’universo della comunicazione e quindi anche il modo in cui le persone parlano di chirurgia estetica e si informano sul tema.
Nel corso del mio speech ho, non a caso, analizzato la tipologia delle discussioni e il volume delle ricerche online relative a interventi come mastoplastica additiva e liposuzione, concentrandomi su Google, sui gruppi di Facebook e su alcuni forum generalisti di grande rilevanza. Il quadro che ne esce è molto interessante e per certi versi confortante, perché mostra come i pazienti dedichino attenzione ad aspetti come il post operatorio, essenziale per l’esito generale di qualsiasi operazione.
Le persone sono sempre più informate – fa impressione pensare a come certi contenuti specialistici oggi siano facilmente raggiungibili – e il chirurgo estetico deve tenere conto di questo aspetto, imparando a comunicare in maniera chiara con i pazienti così da comprenderne meglio le esigenze e le indicazioni, che definiscono l’unicità di ciascun individuo.
Ci tengo infine a ricordare che le operazioni di marketing e di monitoraggio sono importanti, ma non potranno mai sostituire il valore di una professionalità basata sull’aggiornamento continuo – un criterio basilare per scegliere un chirurgo o un medico estetico – e su quel livello di empatia che permette di far sentire il paziente a proprio agio.