Oggi vorrei parlare di un argomento di cui non si parla spesso: l’intervento di mastoplastica additiva su persone transessuali o transgender, che decidono di sottoporsi a tale operazione come primo step del loro lungo percorso di transizione di genere. La chirurgia estetica del seno, la mastoplastica additiva in questo caso, fa ricorso a diverse tecniche operatorie a seconda delle varie indicazioni ed esigenze estetiche e funzionali del paziente, ma l’obiettivo è sempre e comunque l’aumento e il rimodellamento del seno. Come per una donna il valore del seno è molto importante per la propria femminilità, anche per i transessuali questo intervento è molto richiesto, in quanto la valenza simbolica del seno appunto è primaria per l’accettazione della propria identità di genere e della propria nuova sessualità.
La mastoplastica additiva è uno degli interventi chirurgici che eseguo di più, è un’operazione complessa ma del tutto sicura, che segue regole ben precise nella tecnica chirurgica. Nei pazienti transessuali, il seno va creato, è quindi fondamentale la fase preparatoria, durante la quale si stabilisce la strategia operatoria più giusta per arrivare a raggiungere la forma e la dimensione del seno desiderate. L’importante è che il risultato finale non sia stonato, ma gradevole e armonioso con il resto del corpo. L’aumento del seno è dato dall’introduzione di protesi attraverso un’incisione che può essere nella zona periareolare, cioè attorno al perimetro dell’areola del capezzolo, oppure, in casi particolari come per i pazienti transessuali, la protesi è posizionata dietro il muscolo pettorale.
Mi preme ricordare che oggi, l’intervento di mastoplastica additiva, grazie ai materiali utilizzati nelle protesi e alle nuove tecniche chirurgiche, raggiunge un livello di sicurezza e qualità eccellenti, riuscendo, con costi molto più bassi rispetto al passato, di soddisfare le aspettative di qualunque paziente.