Oggi faccio un salto all’inizio degli anni 2000 per parlare di una donna grintosa che ha deciso di raccontare il suo rapporto con le protesi al seno dopo l’intervento di doppia mastectomia.
Di chi si tratta? Della cantante Anastacia, classe 1969, che ha rilasciato un’intervista all’agenzia stampa internazionale Bang Showbiz, dimostrando un’eccellente ironia in merito al rapporto con le protesi mammarie che sono parte della sua quotidianità da quando, dopo la seconda diagnosi di tumore al seno, ha deciso di sottoporsi a una doppia mastectomia.
Di questo tema si è parlato tanto quando l’attrice Angelina Jolie ha optato per il medesimo intervento, anche se con scopi preventivi, in seguito alla morte per cancro al seno della nonna, della madre e della zia.
Si tratta di una scelta drastica ma in certi casi necessaria, in grado di portare alcune donne a vivere male il rapporto con il proprio corpo e con l’idea di femminilità.
In questi casi è fondamentale il ruolo del chirurgo estetico, che deve consigliare alla paziente le protesi più adatte al suo fisico.
Le protesi di nuova generazione – che limitano tantissimo le complicazioni successive all’impianto – hanno reso meno traumatizzante anche il percorso che segue un intervento radicale come la mastectomia, dopo la quale sempre più donne scelgono la ricostruzione totale.
Se a questo si aggiunge un chirurgo estetico che lavora con coscienza e si impegna a comunicare con la paziente mettendo in primo piano comprensione ed empatia, si possono ottenere risultati ottimi.
Anastacia con questa intervista ha fatto un regalo davvero speciale alle donne che sono passate dal dramma della mastectomia dimostando un’ironia contagiosa – ha addirittura chiamato i nuovi seni i suoi “gemelli” – dalla quale c’è solo da imparare!
Con un atteggiamento positivo e propositivo si superano anche ostacoli enormi come il tumore al seno e l’eventuale doppia mastectomia, un intervento dopo il quale è possibile rinascere fisicamente ed emotivamente anche grazie alla chirurgia estetica.