L’intervento di gluteoplastica è interessato, da diversi anni a questa parte, da una forte curva di crescita. Grazie alla tecnica mini invasiva sottomuscolare, è possibile apprezzare numeri ancora più alti. I motivi sono legati alla rapidità dell’intervento – che come già detto è contraddistinto da un bassissimo livello di invasività – e alla possibilità di recuperare in tempi estremamente brevi e con poco dolore. Già dopo due settimane, infatti, è possibile tornare ad allenarsi.
Cosa aspettarsi dall’intervento oltre ai punti appena ricordati? Prima di tutto, è il caso di citare il risultato piacevolmente naturale. La tecnica, come ho ricordato più volte, prevede il sollevamento del muscolo grande gluteo e il posizionamento, al di sotto di esso e in una tasca creata ad hoc, dell’impianto. Dal momento che lo spazio è poco, non è possibile avere a che fare con protesi di grandi dimensioni (stile lato B brasiliano, per intenderci).
Quando si parla della preparazione a quello che può succedere dopo questo intervento – che viene effettuato in day hospital e può essere combinato anche con altre procedure, come per esempio la liposuzione – è il caso di citare pure le possibili complicanze. La principale è l’insorgenza di dolore al nervo sciatico, conseguenza dovuta, come ho ricordato in una vecchia diretta social purtroppo bannata da Facebook, al contatto con il nervo stesso in fase di anestesia. La cosa non deve destare preoccupazione: il fastidio, infatti, sparisce in circa un mese e si risolve con il ricorso ad antinfiammatori e cortisonici (numeri alla mano, riguarda circa due casi su dieci).
Il nodo dell’allenamento citato in precedenza è particolarmente importante. Può capitare infatti, dopo l’operazione, di sentirsi raccomandare la ripresa del workout da parte del chirurgo estetico. Come mai? Perché l’attività sportiva – che a differenza di quanto accade con tecniche demolitive può essere praticata senza problemi – fornisce un aiuto notevole alla stabilizzazione dell’impianto.