Tv e chirurgia estetica: un binomio che ormai da anni è più che mai vivo, un legame che non sembra affatto intenzionato a indebolirsi. Tutto è partito nel 2003, quando Extreme Makeover ha dato il via negli USA a un format esportato poi in tutto il mondo, e ovviamente sottoposto a variazioni a seconda del target locale.
L’Italia è stata molto ricettiva per quanto riguarda questa tendenza, con la messa in onda nel 2004 di Bisturi! Nessuno è perfetto, un programma trasmesso sulle reti Mediaset. Quegli anni sono stati uno spartiacque fondamentale, che ha segnato l’inizio dell‘attenzione al mondo della chirurgia estetica da parte dei produttori televisivi internazionali.
Questo panorama è senza dubbio complesso e merita un’analisi non superficiale. Tra i lati positivi è possibile riscontrarne uno in particolare, che riguarda il fatto che di chirurgia estetica si parli, mostrando che i profili dei pazienti sono molto variegati. Vi è ovviamente anche un rovescio della medaglia, incentrato sulla mancanza, in alcuni casi, del racconto completo del percorso compiuto.
Molti reality si concentrano infatti solo sui momenti iniziali e finali, facendo sì che operazioni anche complesse appaiano come delle ‘passeggiate’ commerciali. Tutto questo è sbagliato perché alimenta un’immagine distorta della chirurgia estetica, fomentando luoghi comuni universali purtroppo in molti casi difficili da sradicare.
Il web 2.0 ha amplificato la visibilità portata dai programmi televisivi sulla chirurgia estetica, che sono diventati ‘senza età’ e possono essere rivisti in streaming quando si vuole e dove si vuole. Ben venga questo effetto, perché il primo passo per portare alla luce problemi e domande è parlarne, ma è fondamentale anche concentrarsi sugli aspetti più tecnici, in modo che la ricerca dell’intrattenimento non faccia passare un’idea sbagliata di quello che è un iter complesso, che necessita dell’intervento di un professionista preparato e aperto a tutte le problematiche di natura etica.