Tra i banchi del Parlamento Europeo si discute anche di chirurgia estetica e lo si fa parlando di protesi. Il problema della qualità e della tracciabilità delle protesi impiantate nel corso di numerosi interventi chirurgici è un punto molto caldo quando si parla di chirurgia plastica ed estetica, soprattutto quando si deve proporre e promuovere un lavoro di qualità in un contesto non sempre caratterizzato da attenzione nei confronti della storia dei prodotti utilizzati.
Da Bruxelles arrivano novità interessanti a questo proposito: dopo gli scandali che hanno fatto il giro del mondo e che hanno gettato cattiva luce sul mondo della chirurgia estetica (come possiamo scordarci la questione delle protesi mammarie francesi della Pip?) diventa sempre più importante la consapevolezza dei pazienti in merito ai materiali utilizzati nel percorso chirurgico.
Sulla scia di questi nodi di non poca rilevanza si parla di una sorta di “carta d’impianto e tracciabilità” e della possibilità di avvisare i pazienti in caso di incidenti o problemi con il prodotto utilizzato nell’intervento chirurgico che li ha coinvolti.
Mancano pochi giorni al rinnovo degli scranni del Parlamento Europeo, e l’iter di questa legge è stato inserito tra i punti dell’ordine del giorno da trattare dopo le consultazioni elettorali.
Il processo di attenzione normativa alla sicurezza dei dispositivi medici ha coinvolto, in una votazione plenaria separata, anche quelli utilizzati per effettuare test di gravidanza e test per l’AIDS.