Nei giorni scorsi, ho avuto modo di tornare a parlare in diretta su Instagram. Sono stato infatti ospite dell’amica Denise Troiani, esperta di tatuaggi estetici e trico pigmentazione. Sul suo profilo – qui è possibile vedere la diretta completa – abbiamo approfondito diversi temi, parlando, per esempio, dei vantaggi e dei limiti dell’intervento di gluteoplastica mini invasiva con tecnica sottomuscolare.
Nel corso della diretta, ho parlato anche di chirurgia estetica del seno e in particolare di mastoplastica additiva, con focus su aspetti come la scelta delle protesi, che deve essere estremamente personalizzata, e i vantaggi del Crisalix. In conclusione della piacevolissima chiacchierata con Denise e le sue follower, mi sono soffermato sul double bubble.
Di cosa si tratta di preciso? Di una complicanza estetica che si contraddistingue per la presenza di una doppia curva situata nella metà inferiore del seno, una sorta di memoria del solco sottomammario pre operatorio. Situazione che può presentarsi dopo la mastoplastica additiva, a livello visivo appare come un rigonfiamento e, come è chiaro dal nome stesso, ricordare una doppia bolla.
Quali sono le cause? Tra le principali rientrano le circostanze in cui la paziente ha un tessuto mammario eccessivamente lasso e, di conseguenza, le indicazioni per l’esecuzione di una mastopessi prima di procedere all’aumento di volume del seno. Il double bubble rappresenta un rischio frequente anche nei casi in cui si abbassa troppo il solco per ottenere un effetto lifting.
Come prevenire questo quadro? Gli approcci sono diversi. Si può procedere con una tecnica mini invasiva senza fare la mastopessi (nelle situazioni in cui il rischio è minimo). Nella peggiore delle ipotesi, si può provare, in seconda battuta, a rimuovere una piccola porzione di cute o a riempire con un po’ di grasso.