Giusto pochi giorni fa si sono accesi ancora una volta i riflettori sulla medicina difensiva, grazie a un servizio delle Iene che ha sottolineato la diffusione, chiara ormai da anni, di denunce ingiustificate ai medici da parte di pazienti insoddisfatti.
Una vittoria importante contro tutto questo – pensate che ci sono addirittura medici che rifiutano di eseguire interventi per paura delle conseguenze legali – è arrivata con l’approvazione del ddl a firma di Federico Gelli, che ha passato oggi l’esame della prima lettura alla Camera.
Che cosa cambia per noi medici e chirurghi? Ricordo prima di tutto l’eliminazione della responsabilità penale, che non sussiste anche in presenza di colpa grave se il professionista si è attenuto alle linee guida delle società scientifiche e degli istituti di ricerca individuati dal Ministero della Salute (le suddette linee guida e indicazioni di buone pratiche clinico assistenziali verranno a breve inserite sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità).
Il paziente potrà poi presentare azione di rivalsa nei confronti del medico solo in casi di dolo o colpa grave connessa a mancata adesione alle linee guida.
La sicurezza delle cure – come è specificato anche nell’articolo 1 del decreto legge Gelli – è un diritto del cittadino e oggi da questo punto di vista è stato compiuto un salto rivoluzionario.
L’approvazione di questo ddl arriva dopo diversi anni di incertezza normativa in materia e mette in primo piano la qualità dei servizi puntando sulla trasparenza – tutte le strutture sanitarie dovranno pubblicare online i riferimenti ai risarcimenti erogati negli ultimi 5 anni – e tutelando la professionalità dei medici.
Non posso che dirmi felice di questo fondamentale passo in avanti, che rappresenta per chi esercita la professione medica – e considera la professione una vera missione – un aiuto in più per lavorare meglio e per offrire il massimo ai pazienti.