
Si è svolta a Firenze la terza edizione del congresso dell’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe). Presenti oltre 260 colleghi, me compreso, in una tre giorni in cui si è parlato di novità e tendenze in chirurgia e medicina estetica. Sono stati presentati i risultati dell’indagine che ogni anno Aicpe realizza sui numeri della chirurgia e della medicina estetica in Italia, con gli interventi più praticati e il trend degli ultimi anni, di cui sarà mia premura aggiornarvi appena possibile. Il congresso ha anche accolto con grande entusiasmo ospiti stranieri, tra cui tre luminari del settore, i chirurghi plastici James Grotting, presidente dell’American Society for Aesthetic and Plastic Surgery (Asaps), Nazim Cerkes (vice presidente International Society for Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), e Dirk Richter (futuro Presidente Isaps). Uno spazio, è stato anche riservato alla formazione dei giovani chirurghi, che hanno avuto la possibilità di apprendere le nozioni base e fare domande a colleghi più esperti. Quest’anno poi, con immenso piacere, sono stato relatore di un argomento a cui tengo molto: dagli impianti testurizzati alle protesi in poliuretano in chirurgia estetica del seno. Come molti sanno, il mio lavoro si è specializzato, nel corso del mio operato, negli interventi di chirurgia estetica del seno e chirurgia estetica del corpo. La mia relazione ha analizzato i benefici e i risultati ottimali dell’utilizzo delle protesi in poliuretano in mastoplastica additiva. In particolare ho spiegato di come e di quanto, con la tecnica Dual Plane, si riesca ad ottenere risultati estremamente naturali grazie all’uso di protesi a goccia posizionate dietro e non davanti il muscolo pettorale. Inoltre grazie ai risultati preliminari di uno studio in RMN (risonanza magnetica nucleare), ho messo a confronto le protesi normali (testurizzate) con quelle in poliuretano, osservando una parete toracica in ottime condizioni anatomiche con tutti gli impianti. Questo per dimostare che, anche se le protesi in poliuretano sono più adesive e quindi più stabili, non si riscontrano nelle pazienti danni della normale anatomia dei tessuti che circondano la protesi stessa.